Ma davvero qualcuno credeva a Marchionne?

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  1. Sebastiano Monieri
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    Questa settimana, l’Amministratore delegato della FIAT, nonché capo della Chrysler Sergio Marchionne, ha chiuso il terzo stabilimento dell’ex gruppo automobilistico italiano sul territorio del nostro paese. Si trattava dell’INBUS, impianto da anni preposto alle produzione degli autobus che circolano per le nostre città. Altre migliaia di persone senza lavoro ed un intero territorio piombato nel sottosviluppo e nella depressione economica. Il pretenzioso progetto “FABBRICA ITALIA” si sgonfia sempre più rivelandosi come già da anni siamo abituati in Italia, uno specchietto per le allodole avente funzione di coprire il vero programma industriale FIAT- Chrysler: abbandonare il mercato europeo verso il quale non si è in grado di produrre in modo competitivo, sfruttare il vero tesoro della casa torinese, ovvero la PRODUZIONE DEI MOTORI, da utilizzarsi per il marchio americano, e sfruttare le vecchie linee di produzione di veicoli come UNO e similari da riciclare in Brasile, dove la posizione FIAT è preminente da anni in un mercato in crescita, puntando anche a India e Cina. Mi chiedo se l’avvocato Gianni ed il fratello Umberto avessero nei loro ultimi anni già chiaro un percorso del genere (che da anni si sapeva dovesse concludersi con un matrimonio americano). Addio lingotto.

    Edited by Sebastiano Monieri - 18/9/2011, 17:58
     
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