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Sebastiano Monieri.
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Da anni, è a tutti noto come il nostro Paese, sia promotore di iniziative volte a realizzare a livello planetario una moratoria contro la pena di morte. Un simile approccio sembrerebbe manifestare un alto livello di civiltà e di attenzione ai valori della vita umana e degli interessi dei singoli individui, ma a guardare bene, vi sono non poche dissonanze rispetto a quello che poi nel “paese reale” accade.
Non è forse una condanna a morte lenta la costante e progressiva deprivazione dei mezzi di sostentamento di intere fasce sociali? Non è forse una condanna a morte iniqua la pressione economica continua su lavoratori e piccole imprese che giunge a divenire così insostenibile da condurre al suicidio? Non è condannare a morte privare milioni di persone di prospettive sul proprio futuro a favore degli interessi di pochi privilegiati? Non è condannare a morte costringere coloro che a vario titolo sono condannati al carcere costringendo a scontare la pena in condizioni che inducono alla pietà verso sventurati animali da allevamento?
Esiste purtroppo il classico solco tra le affermazioni di principio e la realtà dei fatti. Un torbido pensiero si affaccia alla mia mente, sulla scorta di frasi colte tra un notiziario e l’altro; alcune settimane, fa, sconcerto provocava in me ed in altri osservatori l’affermazione da parte del Fondo monetario internazionale secondo cui a causa dell’aumentata longevità delle persone potrebbe portare al collasso i sistemi previdenziali. Cosa dovremmo capire allora? Forse che da qualche parte, in oscuri e riservatissimi luoghi qualcuna ha deciso che ci sono troppi esseri umani sulla Terra? Che è il caso di produrre un radicale ridimensionamento del numero di persone viventi? E poiché magari una guerra mondiale potrebbe essere non controllabile si preferirà farlo con la privazione, la sofferenza, indigenza generalizzata, l’incremento della malattie e la riduzione dell’accesso alle cure?
Già oggi è dato assodato che, visto l’aumento dei costi che i singoli debbono sostenere per la sanità molte persone, particolarmente gli anziani non riescono a curarsi o rinunciano a farlo.
La tutela della persona in questo schema mi sembra illusione e pura demagogia. La realtà mi sembra ben altra.
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