Pistorius e Schwazer: superare i limiti a qualunque costo

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  1. Sebastiano Monieri
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    Oscar Pistorius ed Alex Schwazer sono due protagonisti di questa Olimpiade; uno in positivo l’altro in negativo, ma in realtà due facce della stessa medaglia. Il primo vede realizzarsi il sogno di partecipare grazie a delle protesi iper tecnologiche ad una Olimpiade malgrado la menomazione che lo porrebbe tra “diversamente abili”; l’altro, già medaglia d’oro a Pechino nella marcia, è cacciato dalla competizione essendo risultato (e da lui stesso confermato) positivo all’assunzione di doping.
    Sebbene le situazioni siano evidentemente diverse, come pure il metro con il quale sono state “misurate”, in entrambi i casi la vicenda è una: superare ad ogni costo i limiti che il nostro corpo ci impone, e farlo per alimentare il mercato dello spettacolo sportivo.
    Ovviamente, il caso di Pistorius riempie di legittima speranza tutti coloro che soffrono di menomazioni fisiche acché il progresso tecnologico possa permettere loro di vivere una vita il più possibile normale, ma al contempo abbatte un tabù: è possibile avvalersi di componenti fisiche non proprie per affrontare competizioni sportive o comunque per compiere attività fisiche. Schwazer, apparentemente schiacciato dall’ingranaggio della competizione sportiva, del successo a qualunque costo, dalla necessità di non deludere il proprio entourage, la federazione italiana e quant’altri vi vengano in mente, decide (da solo, o almeno così dice) di giocare sporco ed imbottirsi di EPO, una porcheria chimica che avrebbe dovuto potenziarlo.
    Pizzicato con le mani nel sacco, su di lui si è abbattuto il ludibrio generale (quello che è riservato ai fessi che si sono fatti beccare) ed in un colpo solo ha perso le olimpiadi, gli sponsor, il posto da carabiniere e chissà che altro.
    Immagino che ben più d’uno avrà a contestare gli assunti che sto portando avanti in questo scritto (e mi pare del tutto legittimo), ma la faccenda è una: fino a che punto è legittimo per l’essere umano stravolgere la propria essenza? Prolungare indefinitamente la propria vita (o quella altrui) oltre i limiti che il destino ci ha imposto; perseguire una patetica giovinezza a qualunque costo; trasformare cure e terapie in un gadget (mi riferisco alle tonnellate di silicone inoculate a giovani che non ne avrebbero bisogno laddove la tecnica nasce per migliorare la qualità di vita delle donne soggette a mastectomia e altre tonnellate di pillole blu ingollate da ragazzi e uomini in crisi di prestazione invece che da coloro che ne hanno davvero bisogno).
    Che penseremmo se un giorno alle gare di tiro olimpiche, invece dei simpatici arcieri o della giovane emiliana dimostratasi implacabile cecchino che ci hanno portato gloriose medaglie avessimo dei cyborg con occhi bionici? Adesso potrebbe sembrarci strano, ma col tempo potremmo trovarlo normale.
    E se ci dicessero che sia opportuno che gli esseri umani debbano mutare geneticamente per resistere al calore dovuto ai cambiamenti climatici o per vivere nello spazio? Siamo veramente pronti ad accettare di non essere più umani?

    Edited by E_Greffulhe - 10/8/2012, 09:38
     
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0 replies since 9/8/2012, 20:51   37 views
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