La partita a scacchi per il territorio di Siracusa

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  1. Amministratore
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    Da diversi mesi è in corso sotto gli occhi di tutti una silente ma netta partita che vede in palio il controllo e la gestione del Territorio della Provincia di Siracusa. Al posto dei pezzi classici del nobile gioco strategico qui abbiamo una serie di poltrone, ma il metodo non cambia. Sarebbe sbagliato nella visione generale della partita limitarsi a guardare indietro a qualche settimana o mese per valutarne la strategia. Lo schema del gioco è molto più ampio nel tempo e nello spazio. Possiamo individuare brevemente solo un paio di capisaldi, sia pur di peso diverso: l’elezione della giunta Crocetta con l’abolizione (finora virtuale) delle Province Regionali, e le ultime elezioni amministrative al Comune di Siracusa. Prescindendo dagli esiti politici dei due eventi, questi hanno dato luogo all’ovvio riposizionamento dei pezzi sulla scacchiera di una partita che è già in corso da tempo e che, malgrado quelle che potessero essere le speranze dei siciliani e specificatamente dei siracusani, si ripropone sempre uguale a prescindere dal cambiamento di qualche nome.
    Gli ultimi mesi sono stati caratterizzati in particolare da movimenti assai rilevanti su alcuni posti chiave, sia alla Regione che negli Enti aventi titolo a gestire il nostro territorio; alcuni per scadenze naturali (come la sostituzione dell’ingegnere capo del Comune per pensionamento del l’Ing. Figura), altri per decisione politico-amministrativa come la sostituzione della Dottoressa Basile alla guida della Soprintendenza di Siracusa e quello di Mariarita Sgarlata all’Assessorato Beni Culturali ed Identità Siciliana. Senza entrare nel merito della validità delle motivazioni delle scelte che come in determinata giurisprudenza o ragioneria finiscono sempre per essere legittime, conta più a pare nostro osservare gli effetti legati a questi cambiamenti ed in prospettiva alle loro conseguenze.
    La prima partita è quella dei nuovi consorzi intercomunali che dovranno sostituire Le ormai dirute ed immobilizzate Province Regionali (operazione rivelatasi un demagogico disastro che ha bloccato un ente ancora oggi fondamentale e che precede quello che può essere atteso a livello nazionale). Troppe voci da tempo fanno intendere che l’attuale provincia di Siracusa sarà territorialmente ridimensionata, fagocitata nella parte nord dall’area metropolitana di Catania con esclusione della morente zona industriale da un lato ed a rischio di smembramento nella zona iblea, che appare intrigata dall’idea di ricostituire i fasti della medievale Contea di Modica. Resterebbe a questo punto la città capoluogo con le coste di sud ovest. Non a caso sono in ballo diversi nomi e progetti che su quest’area gravitano, dall’insistente cementificazione di Tremilia (a discapito dei dati che da un ventennio attestano l’esubero di cubatura edilizia del capoluogo rispetto alla popolazione residente e che danno vantaggio solo a costruttori e proprietari terrieri), ed i noti progetti di realizzazione sulle coste di strutture turistiche e ricettive sulle quali si è già discusso e si continuerà a discutere.
    Di certo è sotto gli occhi di tutti l’evidenza del fatto che negli ultimi anni (ma era già storia vecchia) si è consumato un deciso saccheggio del nostro territorio che trova le sue matrici in strumenti urbanistici favorevoli che ha portato a danni irreparabili e fallimenti (anche annunciati) come l’OUTLET aperto malamente e chiuso peggio di zona Targia (che sebbene faccia capo a Melilli è alle porte del capoluogo) od il centro commerciale ex –fiera del sud (che forse non aprirà mai ), nonché depauperamento dell’offerta di prossimità rispetto a quella multinazionale e conseguentemente all’economia locale (i guadagni di AUCHAN nel giro di 24 ore vengono inviati in Francia) ed ancora politiche economiche e gestionali finto-liberiste ma in realtà di puro saccheggio (come quelle che hanno portato alla scandalosa gestione di SAI 8 e che però, malgrado gli impegni presi si stanno riproponendo nell’attuale amministrazione comunale).
    Ma ancora più che i progetti, sembrano più interessanti le voci che attorno a loro si levano; da esse si colgono gli schieramenti e si riconoscono le matrici. Sono in campo amministratori, politici, giornalisti di vario peso ed estrazione; si odono invocazioni, improperi, insulti e quant’altro. Varie figure che in base al compito loro affidato ed alla parte scelta parlano e si muovono. Alcuni invocano il primato della politica rispetto alle scelte sul territorio e di conseguenza su queste nomine; peccato si dimentichi che tale classe politica viene da decenni di disastri e che sia ampiamente screditata. Potrà redimersi? Lo speriamo tutti.
    In tutto questo vediamo comunque poco l’interesse comune e molto gli interessi dei pochi. A margine di tutto ciò intellettuali ed ambientalisti, ormai abituati a passare per retrogradi e zavorre del progresso luminoso che verrà (?).
    Lo scritto è stato lungo; la conclusione sarà brevissima: potrebbe per l’ennesima volta essere in svendita il territorio di Siracusa, il tutto eventualmente gestito lontano da qui, lasciando alle figure locali il puro ruolo di esecutori o sostenitori in cambio di pochi (o molti ) denari. Il ruolo della gente? SPETTATORI PAGANTI.
     
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0 replies since 28/9/2014, 14:29   66 views
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